Ancor prima di essere plasmato per mano dell’uomo, il territorio di Loiano è stato profondamente inciso dalle acque dei suoi torrenti. Sulla fondovalle del torrente Savena, in località Scascoli, il Contrafforte Pliocenico è stato meravigliosamente scolpito in sceniche gole, nelle cui prossimità regna una ricca vegetazione con presenza di campanula, epilobio a foglie di rosmarino, canapa e menta acquatica. A Quinzano, invece, le acque del torrente Zena hanno inciso la roccia fino a creare la suggestiva Cascata delle Colore, ove molti escursionisti cercano refrigerio e nei pressi della quale si può scorgere la sagoma di un antico mulino. Nel corso dei secoli, infatti, l’acqua è stata usata dall’uomo per trarne sostentamento. Così, camminando per i boschi di Loiano, tra un guado e l’altro, si incontrano pittoreschi ruderi di antichi mulini, ricordi di una lontana vita rurale, quando nella valle del Savena, dopo la costruzione delle chiuse di Casalecchio e San Ruffillo, iniziò la proliferazione di mulini per la macinazione del grano. Nel 1943 ne esistevano ancora 36 funzionanti e il Molino di Carlino, in località Bibulano, ne è un esempio.